Sabaudia / Operazione “Dune”: Scandolo Concessioni Demaniali, Il Ruolo Di Un Ex-Operatore Balneare


 SABAUDIA –  Una sorta di “collaboratore di giustizia” per scoperchiare la pentola della gestione illegale delle concessioni balneari, dei chioschi e delle aree protette all’interno del parco nazionale del Circeo. Lo ha avuto a disposizione la Procura della Repubblica di Latina per promuovere le indagini culminate lunedì con la notifica di 11 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, tra cui alla sindaca dimissionaria Giada Gervasi, di quattro divieti di dimora e di 15 informazioni di garanzia senza alcun vincolo.

Si tratta di Giovanni Scavazza, un imprenditore del settore balneare che nel giugno 2019 venne arrestato con l’accusa di aver versato della benzina sulla porta degli uffici dell’ente parco del Circeo e di aver lasciato una busta con all’interno quattro proiettili calibro 12. Per gli inquirenti quelle minacce furono rivolte al comandante dei Carabinieri della stazione forestale di Fogliano e, dunque del Parco del Circeo, il luogotenente Alessandro Rossi. E’ lo stesso militare originario di Alatri raggiunto dai provvedimenti di stare lontano da Sabaudia e di non prestare servizio per un anno.

Per quell’episodio Scavazza fu condannato a tre anni di carcere ma cominciò nel frattempo a collaborare con i sostituti procuratori Valentina Giammaria e Antonio Sgarrella e spiegò le ragioni. Il figlio Nicolò, titolare di un’attività di noleggio delle sdraio, il “Bounty”, aveva subito – a suo dire – diversi provvedimenti di sequestro mentre molti stabilimenti balneari potevano lavorare incondizionamente senza alcun controllo. Lunedì Scavazza junior quando ha saputo dell’operazione della Procura e dei Carabinieri del Comando provinciale di Latina ha deciso di festeggiare 

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