Il caso balneari non è destinato a sgonfiarsi. E cresce l'attesa per capire come e se il governo correggerà il decreto Milleproroghe, come chiesto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nella lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato venerdì scorso. L'ipotesi piú accreditata sarebbe quella di nuovo decreto, ma è ancora tutto in alto mare. A proposito della proroga delle concessioni balneari, infatti, Mattarella aveva sottolineato in una missiva che emergevano "profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive". Preoccupazioni che trovano riscontro anche a Bruxelles. Secondo la portavoce per il mercato unico della Commissione, Sonya Gospodinova, infatti, la decisione italiana di prorogare le concessioni fino alla fine del 2024 costituisce "uno sviluppo abbastanza inquietante". Il decreto legge Milleproroghe che contiene l'ennesimo rinvio della messa a gara delle concessioni non è stato ancora notificato alla commissione Ue. "Ma siamo ben al corrente", ha detto la portavoce, "della modifica che prolungherá le concessioni in essere per almeno un anno". Aggiungendo che, già per la mancata applicazione delle norme europee sulla concorrenza, è stata aperta nel 2020 una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia. "Ora", ha concluso, "analizzeremo questa legge per vedere quale sia la direzione da intraprendere". Pronta la replica di Maurizio Gasparri (FI) che ha parlato invece di "ossessione maniacale" dell'Unione europea. "Perchè ci si accanisce contro una categoria, che peraltro gestisce delle risorse che non sono scarse in Italia, e invece l'Unione Europea, compreso questo suo portavoce, ignora i giganti della rete, a iniziare da Amazon, che alterano il mercato ogni giorno?", sottolinea Gasparri. Intanto, nella maggioranza si registra un certo nervosismo per essere finiti nella morsa tra la commissione Ue e il Quirinale e questo traspare anche dalle reazioni di Forza Italia e Lega. Fratelli d'Italia, invece, sembra non voler creare ulteriori problemi alla premier Giorgia Meloni nei rapporti con Bruxelles vista la delicata partita dell'Italia sul Pnrr e il rischio sempre più conccreto di un peggioramento dei conti pubblici per via dell'esplosione dei crediti generati dal Superbonus. Meloni, però, non sembra intenzionata a voler perdere altro tempo su questo dossier e giá nei prossimi giorni potrebbe licenziare un decreto con l'obiettivo di riordinare l'intero settore.
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